I legali con redditi bassi lasciano la professione forense.  Secondo un recente studio condotto da “Repubblica”, sono 4 mila gli avvocati che hanno deciso di cancellarsi dall’albo negli ultimi anni.  Una situazione abbastanza significativa e preoccupante che si pone come una difficile barriera all’ingresso per chi vuole svolgere la professione.

Il reddito prodotto dai 223 mila che praticano la professione forense è spaccato in due: il 50% del reddito viene conseguito solo da 20 mila di loro. Questo vuol dire che c’è una sproporzione molto pesante ed un netto divario tra gli avvocati “più ricchi” e quelli “più poveri”. 

L’Avvocato perde il suo status “privilegiato”                                 

L'avvocato ha perso ormai lo status privilegiato di cui godeva tempo fa. La professione forense in Italia sta diventando un problema nazionale, la cui soluzione si rivela ogni giorno più difficile. Il legale che si trova esposto ad enormi rischi e difficoltà, è spesso costretto a prosciugare la liquidità necessaria per pagarne i costi.  Secondo i dati rilevati dallo studio di “Repubblica”, negli ultimi anni, il 45% degli avvocati dichiara meno di dieci mila euro l’anno con un reddito medio sceso del 18%.

Con la Legge Forense n.247 del 2012 sono stata riscritte delle regole molto rigide rispetto al decreto del 1933 che vigeva in precedenza.  La riforma, varata dal governo Monti, ha previsto infatti l’obbligo di iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense per tutti gli avvocati, anche quelli con reddito inferiore a 10 mila euro che prima erano esonerati.

È ancora possibile fare qualcosa?

Mirella Casiello, Presidente dell’Organismo Unitario Avvocatura Italiana, propone dei patti definiti “inter-reddittuali” per favorire l’ingresso dei giovani professionisti alla pratica della professione forense. Secondo la Presidente sarà possibile connettere l’attività dei giovani legali con quella di professionisti più affermati favorendo anche gli studi “multi-professionali”.  Questa sarà solo una delle proposte di intervento da parte dell’Associazione ma è importante che si inizino a tutelare i diritti di tutti gli avvocati per far si che il legale possa tornare ad essere una figura credibile e stimata dalla società.

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